Strategie natalizie per togliere gli occhiali

di Rishi Giovanni Gatti

Se siete tra quelli che non riescono a “staccare” dalle preoccupazioni lavorative e non possono quindi iniziare l’auto-trattamento per la cura della vista senza usare occhiali correttivi, il periodo delle feste natalizie potrebbe fare al caso vostro.

Anche se non avete in programma di rifugiarvi in amene località turistiche invernali, magari per sciare o passeggiare nei boschi innevati, potete comunque rimanere in città e sfruttare eventuali ferie o vacanze per togliere gli occhiali e leggere più attentamente i vari libri originali che spiegano come mettere in pratica correttamente la cura.

Questi libri sono essenzialmente tre, il primo e il più importante dei quali si intitola “VistaPerfetta Senza Occhiali”, ed è stato scritto da un oculista americano di nome William H. Bates, nel lontano 1920.  Approfittiamo di questo spazio per citare anche gli altri due libri a nostro avviso fondamentali per farsi “convincere” che la cura è possibile e va perseguita.   Essi sono “Metodi di Trattamento nelle Storie dalla Clinica”, scritto nel 1926 dalla assistente del Dott. Bates, Emily C. Lierman, e “Usate i Vostri Occhi”, del medico californiano William B. MacCracken, scritto nel 1937.  A questi andrebbero aggiunte le “tabelle di controllo di Snellen”, che sono degli speciali “ottotipi” di quelli che usano gli oculisti per misurare la vista, ma che in realtà se usati sapientemente sono gli strumenti essenziali che aiutano a correggerla.

Leggendo i libri viene spiegato chiaramente che il trattamento di “riposo mentale” dall’ uso degli occhiali non si può imparare né tantomeno praticare se prima non si accetta di dover rinunciare agli occhiali stessi!  Come fare quindi se si è impegnati sul lavoro e se siamo obbligati a portarli, ad esempio per la guida dell’ automobile o della motocicletta?  L’unica soluzione possibile è approfittare dei momenti di pausa dal lavoro, come appunto le vacanze natalizie, e provare a togliere gli occhiali o le lenti a contatto, per almeno 48 ore, e vedere che cosa succede ai propri occhi.  Chi ha il coraggio di fare così, e nel frattempo si legge bene i libri — magari, se è miope, nel formato in “caratteri diamante” (una grandezza del “font” pari a circa 4 punti tipografici) fornito insieme ai libri originali editi da Juppiter Consulting Publishing Company® (Milano, tel. 02 8715 9708), — potrà verificare subito degli ottimi risultati in termini di acuità visiva, controllata con le tabelle o anche guardando fuori dalla finestra, come ad esempio racconta un lettore in questo breve estratto da una testimonianza pubblicata sul sito SistemaBates.it:

«Ad oggi ho avuto alcune esperienze che ritengo interessanti se non addirittura incredibili.[…]  Il giovedì passato, la mattina mi sono messo davanti alla tabella, devo ammettere che inizialmente non mi piaceva molto, poi ho cominciato a divertirmi e ora mi ci metto davanti ogni mattina per almeno 5 minuti.  Utilizzando la memoria ho visto di sfuggita lettere che non avevo mai visto, che però sono sparite subito.[…]  In ufficio mi sono seduto al mio posto e ho acceso il pc, e mi sono subito accorto di leggere cose che non avevo mai letto, e dopo alcuni minuti nei quali coglievo solo qualche scritta la mia vista è migliorata ancora…  Sono arrivato a leggere tutte le scritte sul monitor, anche le più piccole!  Leggevo le lettere della tastiera (lettere bianche su tastiera nera) a più di un metro di distanza perfettamente definite! […]  La cosa è durata tutta la giornata senza mai sparire né calare, con episodi incredibili in cui un mio collega ha finito col dire che ci vedevo meglio io senza occhiali che lui con.  Ho letto i sottotitoli di un programma televisivo su una tv 15 pollici a 3 metri di distanza. […]»

Il lettore qui citato ha addirittura avuto la fortuna di migliorare subito la sua vista per lavorare al videoterminale senza occhiali in pochi giorni, ma questo caso particolare non deve essere visto come un fatto raro, se il candidatosi prepara bene e si organizza le sue giornate di vacanza pianificando un certo impegno con la pratica dei metodi di riposo di Bates, Emily e MacCracken.

A titolo di suggerimento o ipotesi di lavoro, siamo lieti di esprimere una specie di “trattamento intensivo” da praticare nell’arco di tre giorni, esponendolo per punti sommari:

  1. Togliere gli occhiali e nasconderli nel fondo di un cassetto. Non preoccuparsi se non si vede niente, semplicemente prepararsi a questo installando nella stanza che più si frequenta in casa delle belle luci forti (ad esempio le lampade BIOSYSTEM LIGHT® della ditta veronese BIO SYSTEM ITALIA srl), e accettare il fatto che, come dice il Dott. Bates, “nessuna medicina è facile” e i primi momenti possono portare un po’ di sofferenza, che va comunque attraversata con fiducia.

  2. Abituare gli occhi alle luci elettriche forti, prima esponendoli chiusi a poca distanza dal filamento elettrico (facendo attenzione a non soffrire il calore elevato della lampade non fluorescenti), e poi cominciando ad aprirli brevemente, un occhio alla volta, sbattendo velocemente le palpebre e guardando ovunque eccetto che direttamente nel filamento (a questo si potrà arrivare magari il giorno successivo).

  3. Durante questa prima giornata chiudere frequentemente gli occhi e riposarli pensando a ciò che si è visto, ma solo per un istante, per non sforzarsi di ricordare cose che non si sono viste bene, ma continuare alternando occhi aperti e occhi chiusi per tutta la giornata, qualsiasi cosa si stia facendo.  Ad esempio, guardando la televisione, con una certa “svogliatezza”, non fare molto caso alla trama delle scene, ma abituarsi a coltivare un certo distacco, continuando però a chiudere e ad aprire gli occhi, confrontando la qualità dell’ immagine ricordata con quella vista.

  4. Spesse volte durante il giorno, rileggere alcuni brevi passaggi del libro VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI, chiudendo gli occhi ad ogni punto di fine periodo incontrato, e pure facendo attenzione, mentalmente, a quello che rimane come ricordo vivido di questo punto, sia nel momento preciso in cui gli occhi sono chiusi, che quando vengono riaperti.

  5. Esercitarsi a mantenere il corpo in movimento, verificando che anche gli occhi si muovono continuamente e anche le cose riguardate si muovono sempre (in senso opposto!).  Se l’idea è piacevole, coprire gli occhi con le mani mentre si riposa, o anche mentre si sta in piedi e si dondola il corpo per trovare sollievo dalla fissità, potrebbe essere molto utile a migliorare la sensazione di riposo che si sta coltivando.

  6. Andando a dormire, potrebbe essere di enorme beneficio per la notte leggere qualche pagina del libro di Bates a lume di candela, o anche ad una luce ancora più fioca, specialmente nel carattere piccolo, il “carattere diamante”.

  7. L’indomani, la giornata potrebbe essere cominciata subito esponendo gli occhi alla luce elettrica, magari alzando le palpebre con le dita e piegando in basso la testa e guardando più in basso possibile, illuminando il bianco degli occhi, oscillando un po’ con la testa lateralmente per permettere al fascio di luce di inondare tutta la sclera.

  8. Fatto questo, potrebbe essere giunta l’ora di cimentarsi con le Tabelle di Controllo di Snellen, prima usando quelle a fondo nero con i caratteri bianchi e poi le altre, fondo bianco e caratteri neri.  È importante scegliere una distanza di prova che sia “facile”, e cioè dove almeno la prima riga sia ben distinguibile.  Nell’usare le tabelle ci si deve abituare a non pensare alle lettere riguardate con l’idea di tirare a indovinare, ma semplicemente a “prendere nota” mentale di come le lettere appaiono, una per una, chiudendo continuamente gli occhi istante per istante e riscontrando pazientemente i miglioramenti, che accadono da soli.

  9. Quando la tabella diventa “difficile”, è meglio sospendere la pratica e fare altre cose: uscire per una passeggiata, se la visione non è così difettosa da essere un pericolo.  Nel passeggiare, il candidato alla guarigione deve ricordarsi ogni momento che il mondo si muove e che esso deve essere lasciato muoversi se si vuole che la cura funzioni.

  10. Nel rientrare dalla passeggiata, di solito le prime volte che si sta senza occhiali si soffrirà un grande fastidio nel passare dalla luce del giorno a quella buia dell’interno delle abitazioni poco illuminate.  Il rimedio è “accendere le luci”, e notare che il fastidio diminuisce.  È però molto importante non rinunciare, ogni tanto, al buio, sia quello naturale che si ottiene coprendo gli occhi, chiusi, con le mani a coppa (palmeggiamento), sia al buio artificiale che si può ottenere spegnendo le luci forti e usando magari una piccola candela mentre si legge un libro o una rivista.

Queste brevi indicazioni, se praticate per 24 ore su 24 durante i giorni di vacanza, certamente causeranno un grande rilassamento ai centri visivi del cervello e renderanno l’uso degli occhiali davvero fastidioso una volta ritornati al lavoro e non ancora guariti.  È questa la difficoltà di questo metodo di cura della vista difettosa, il solo e unico metodo che funziona: e cioè che è incompatibile, almeno all’ inizio, con gran parte delle condizioni lavorative della vita moderna.  Ma a dire la verità è sempre possibile, per la persona intelligente e ben intenzionata, e che si dota subito degli strumenti giusti, e magari del sostegno di altre persone che hanno già superato queste fasi iniziali della cura, superare presto il disagio iniziale e continuare sempre più spediti e convinti a riscontrare una vista sempre meno difettosa nelle condizioni sempre più varie e oramai non più così ostiche.

La Casa Editrice Juppiter Consulting con le sue pubblicazioni originali, e gli strumenti fin qui prodotto, tra cui la rivista periodica cartacea IL FALCO PER L’EDUCAZIONE ALLA VISTA PERFETTA™, e la collaborazione con la neonata ASSOCIAZIONE VISTA PERFETTA®, augura a tutti i lettori, vecchi e nuovi, un SerenoNatale e un Felice Nuovo Anno, ricco di luminosità interiore benedetta da uno sguardo pulito e vivo, che brilli di contentezza e di tranquillità come solo una visione libera da tentativi e sforzi può dare.

8 dicembre 2007

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