Stringere i tempi nella cura della vista

Alcuni suggerimenti per evitare che la cura si dilunghi troppo:  non accontentarsi mai, usare la luce piú forte possibile, rimanere calmi e rilassati mentre si verifica il proprio stato di calma e rilassamento, partecipare alle iniziative della Associazione Vista Perfetta, lèggere i vecchi numeri de “IL FALCO PER L’EDUCAZIONE ALLA VISTA PERFETTA” e anche quelli nuovi, lèggere tutti i volumi del Sistema Bates Originario™.

Il Sistema di Cura della Vista che dobbiamo al Dott. Bates, come descritto nelle sue pubblicazioni originali, e come centinaia di praticanti [oggi diverse migliaia in Italia, NdR] stanno verificando in questi ultimi anni, è scientifico e riesce.

Persone qualsiasi dai piú disparati problemi visivi, semplici e complicati, leggeri o pesanti, sperimentano, già dopo i primi minuti di auto-trattamento senza occhiali, dei beneficî spesse volte ritenuti insperabili.

Persone con elevata miopía, superiore alle venti diottríe di prescrizione, hanno presto lampi di vista normale nei quali l’occhio si focalizza precisamente su un oggetto distante e lo riconosce, tra lo stupore generale, del soggetto e delle persone a lui vicine.

Persone con presbiopía consolidata dall’uso decennale degli occhiali per lettura riescono a lèggere caratteri piccoli, ma molto piccoli, dopo pochi minuti di rilassamento, e súbito esplodono in grida di entusiasmo per aver riconquistato una facoltà che da sempre è stata ritenuta impossibile da ricuperare.

Entrando in campi piú delicati, quelli delle malattie “organiche” dell’occhio, per le quali i lettori sentono maggiormente la necessità di ricorrere alla medicina, ufficiale e non, abbiamo raccolto testimonianze di persone che stanno guarendo problemi come il nistagmo, la cataratta, le maculopatíe, e altro, usando come strumento i metodi indicati da Bates – tra i quali il “controverso” utilizzo della luce diretta del sole, o di forti sorgenti elettriche – trovando non soltanto beneficî fisici, ma anche mentali e psicologici.

Fatta questa notevole premessa, rimane un dato di fatto:  la lentezza della cura.  La strada verso una guarigione totale e permanente è – in quasi tutti i casi – lunga, apparentemente tortuosa, irta di ostacoli.

Però, non è “difficile”.  Ci sentiamo di dire che la guarigione permanente è sempre a portata di mano, dietro l’angolo, dato che i lampi di vista normale, e in séguito i periodi di ore o giornate intere in cui gli occhi funzionano normalmente senza alcun intervento da parte nostra, si verificano sempre piú spesso, e le ricadute sono sempre piú facili da ricuperare, o sempre piú rare.  Eppure molti lettori si sentono a disagio, perché la vista rimane sempre soggetta a variazioni indesiderate e la cura (la guarigione) sembra sfuggire.

Come ci suggerisce il Dott. Bates, la spiegazione di questi fenomeni deve essere trovata non ipotizzando teorie, ma analizzando i fatti.  In tutti i casi in cui le ricadute continuano non ostante i continui progressi realizzati, si noterà che ciò accade perché il lettore, il praticante di vista perfetta, utilizza male i suoi occhi in qualche parte della giornata, e molto probabilmente anche durante il sonno.

“Utilizzare male gli occhi” significa sforzarsi per vedere, cioè fissare lo sguardo, concentrarsi, cercare di vedere diverse parti di un oggetto in una volta sola senza creare la sensazione del dondolío universale che è peculiare nella vista normale.

L’obiettivo della cura è acquisire l‘abitudine continua a non sforzarsi per vedere, e cioè a non concentrarsi, mai, in nessun caso, a non fissare lo sguardo su alcunché, a rilassarsi nel dondolío universale senza alcun timore che questo strano fenomeno ci possa travolgere.

Questa ultima affermazione merita di essere sviluppata:  ogni volta che si lavora in favore di una crescita, di una evoluzione personale, si incontrano le resistenze opposte dal vecchio modo di pensare, dai vecchi vizii che la nostra mente non vuole abbandonare per paura di non essere in grado di affrontare la novità, l’ignoto, il futuro.  È lo stesso anche per la cura della vista:  le vecchie abitudini di fissità dello sguardo e di sforzo e concentrazione, non vogliono andarsene, soprattutto perché, per farle andare via, si commette l’errore di usare metodi sbagliati, ci si concentra, ci si sforza, si fa della ginnastica per “rinforzare i muscoli oculari”, il che è un controsenso.

Non è possibile usare sforzo per combattere lo sforzo.  L’unica soluzione è nel rilassamento, nel coltivare gentilmente, placidamente, un atteggiamento mentale rilassato, non-coinvolto, all’erta e vigile, ma non condizionato dagli eventi, e quindi pronto e disponibile a rispondere alle sollecitazioni che arrivano, senza problemi.

Per “stringere i tempi” nella cura della vista, esistono dei metodi di rilassamento mentale che sono formidabili, a patto che li si pratichi.  In quasi tutti i casi, ciò che serve è un appuntamento quotidiano con una tabella di controllo di Snellen, di pochi minuti, per verificare il livello di sforzo per vedere di cui si è afflitti in quel momento, e osservare se, cambiando la distanza, l’illuminazione, il tipo di tabella, o praticando lo spostamento, l’uso della memoria e dell’immaginazione, la visione delle lettere cambi, in meglio o in peggio.

Se la lettera migliora, se diventa piú nitida e iniziano a comparire righe piú piccole, e si diffonde nella testa e nel corpo una sensazione come di “rilascio” e di benessere, allora il metodo impiegato è valido e va continuato.  Vice versa, il metodo è sbagliato e va temporaneamente abbandonato per essere riprovato in séguito, se necessario.

Per favorire, indirettamente, la visione della tabella di controllo di Snellen, che è il vero “test” che garantisce la genuinità dei risultati, la nostra esperienza di questi anni di divulgazione del “Sistema Originario” del Dott. Bates ci conferma la bontà di alcune pratiche da non dimenticare mai.

In primo luogo l’uso di luci forti in ogni dove, e specialmente nelle abitazioni, oltre che negli uffici.  Troppo spesso gli ottimi risultati conseguiti all’aperto e al sole, anche in casi di altissima miopía, vengono rovinati quando si rientra in abitazioni fin troppo buie e male illuminate, che mettono a dura prova il rilassamento guadagnato in condizioni di luce piú naturali.

Questo è forse l’errore piú comune fatto da tutti i praticanti della “cura della vista con metodi naturali”, ma è anche il piú facile da correggere: è sufficiente dotarsi di ottime e potenti lampade moderne, possibilmente ad ampio spettro e alta temperatura cromatica [come le nuove, modernissime lampade PienaLuceLed™ che trovate nel negozio di questo sito, NdR], per illuminare non soltanto la tabella di controllo ma anche le zone dove si vive abitualmente.  In particolare, tutte le zone dove ci si guarda allo specchio, il tavolo da cucina, il soggiorno dove si lègge o si guarda alla televisione.

In secondo luogo è importante abituarsi a non sforzarsi per vedere in condizioni difficili, cioè in luce molto bassa, quasi assente, usando caratteri molto piccoli.  Questa è una pratica di beneficio universale, cioè adatta a tutti i tipi di difetti, compresi quelli organici.

Abituarsi a non perdere la calma e la rilassatezza anche quando non si vede niente, e poterlo fare in condizioni “protette”, dove non c’è nessuno che ci guarda, e non soffrendo condizionamenti esterni, è di grandissimo aiuto sopra tutto perché quando si ritorna a condizioni di luce piú normale e con caratteri piú “facili” la vista è sempre molto migliorata, se non normale.

Osservare questo cambiamento, e rinnovare quotidianamente questa osservazione, è la garanzia per il successo definitivo.  Procrastinare queste dimostrazioni, pensare che la cura avverrà da sé in un domani indefinito, invece, è garanzia di fallimento.

Il “vero” motivo per il quale in pochi decidono di investire totalmente il proprio tempo nella “cura della vista” e vanno fino in fondo non accontentandosi mai dei risultati, ma trovando continuo divertimento nell’approfondire il proprio livello di rilassamento, ancóra oggi non è chiaro.

Era uno dei crucci dello stesso Dott. Bates, quando scrisse che non sarebbe mai stato soddisfatto finché non avesse capito perché alcuni pazienti guarivano dalle piú difficili condizioni oculari in mezz’ora, e altri andavano avanti a trascinare il trattamento per molti mesi o anni pur partendo da un difetto di vista dei piú lievi.

Oggigiorno, lasciando da parte analisi psicologiche che corrono il rischio di sviarci ancor di piú dalla pratica del trattamento, abbiamo potuto verificare che la possibilità di confrontare le proprie esperienze con quelle degli altri praticanti la cura può funzionare da forte stimolo e catalizzatore.  È per questo che abbiamo fondato l’AssociazioneVista Perfetta (Perfect Sight Society), dedicata esclusivamente a chi pratica l’auto-trattamento, per mettere in contatto tra loro i soci che volessero insegnare, senza scopo di lucro, la loro esperienza, cosí anche imparando meglio i segreti di questa profonda avventura spirituale.

 

Rishi Giovanni Gatti

Originariamente pubblicato il 26 ottobre 2006
Ultimo aggiornamento: 16 luglio 2013
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