Un formidabile metodo per curare la miopia

Un formidabile metodo per la prevenzione e/o cura della miopía: guardare da sopra a un ponte alle targhe delle macchine che scorrono sotto.
NOTA: in data 17/11/2014 questo articolo è stato fatto oggetto di violazione della LDA da parte di un sedicente “educatore visivo” il quale ha pensato bene di copiarne il contenuto, aggirando la protezione e l’avviso di copyright, per pubblicarlo e inviarlo a una lista di suoi clienti, facendosene bellamente vanto (e senza citare il sito da cui lo ha “rubato”).  È stata pertanto avviata una azione legale di risarcimento danni a compensazione del torto subito; la somma che si riuscirà a percepire sarà interamente devoluta a beneficio della Associazione Vista Perfetta.

Se avete nelle vicinanze della vostra abitazione una autostrada o una via a grande scorrimento e potete portarvi su un ponte che la attraversa, potete applicare il seguente metodo per la cura della miopía, o per la sua prevenzione:

Scegliete il lato del ponte sotto il quale le automobili scorrono allontanandosi, e le targhe posteriori siano ben illuminate dal sole.  Munitevi di cuffia antirumore e mascherina antismog, se necessario.  Preparatevi mentalmente a passare una mezz’ora sul ponte a guardare al flusso delle automobili:  deve essere chiaro che non è ammessa la noia, quindi se per caso vi càpita di provare questo sentimento, interrompete e rimandate a un’altra occasione.

Guardate verso il basso in attesa del transito di un’automobile, e appena ne sbuca una seguitela con lo sguardo fino a che non riuscite piú a distinguerla.  In quel momento, tornate a guardare verso il basso, e aspettate che spunti un’altra vettura.  In questa prima fase, diciamo per venti automobili, non dovrete fare alcunché, se non seguire genericamente la vettura fino a che non è piú possibile distinguerla.

Passate le prime venti vetture, per le successive venti occorre prestare maggior attenzione al vostro sguardo, e per ogni macchina osservata, ne dovrete rimirare continuamente uno dei due fanalini posteriori.  Ciò significa che se viene scelto il fanalino sinistro, quello bisognerà continuare a rimirare fino a che la vettura non sarà piú riconoscibile in lontananza.  Per le successive altre venti vetture, seguite lo stesso metodo, ma alternate istantaneamente la “centrale fissazione” sui due fanalini posteriori, prima uno, poi l’altro, e cosí via.

Al termine di questa terza fase, saranno passate in tutto sessanta vetture, e forse avrete impiegato cinque minuti, o dieci se il traffico è lento.  Ora potrete passare alla fase vera e propria del metodo di cura, perché questo testé descritto è solamente il “riscaldamento”.

Il metodo vero e proprio che migliora la vista concerne la lettura delle targhe delle automobili in movimento.  Per chi ha problemi di vista e ha scartato le lenti correttive e sta praticando la Cura secondo l’Auto-Trattamento del Dott. Bates come spiegato nel suo libro “VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI” (in vendita su questo sito e nelle migliori librerie italiane) il solo pensiero di dover lèggere una sconosciuta targa automobilistica, per giunta in movimento, è fonte di ansia e di sforzo per vedere, e quindi di abbassamento della visione.

Praticando questo metodo, non facciamo altro che abituarci intenzionalmente a rimirare la targa evitando consapevolmente di volerla lèggere.  Cosí, non essendoci alcuna intenzione positiva di lèggere la targa in esame, la mente si abitua a rimirare una scritta senza preoccuparsi di decifrarla né di compitarne le lettere verbalmente, essendo quest’ultimo un pernicioso vizio che affligge tutti coloro che hanno vista imperfetta.  Esercitandosi volontariamente a non voler lèggere la targa in transito, il praticante di vista perfetta si abitua a rilasciare lo sforzo per vedere, e impara piano piano a non fare tentativi per riconoscere la scritta.

Come per magía, dopo qualche minuto, inizierete a cogliere, inspiegabilmente, qualche cifra o lettera sulla targa, di solito la prima coppia a sinistra, a distanze che normalmente sarebbero impossibili.

Il metodo prevede che nel momento in cui venga riconosciuta una qualche cifra, il praticante debba distogliere lo sguardo, cioè scorrere lungo le altre cifre della targa, osservando come le cifre prima viste e riconosciute ora non interessino piú il campo della consapevolezza, cioè non sono piú “centralmente fissate”.

Perché accada questo, la persona deve essere rilassata.  Se conserva ancóra il benché minimo desiderio di ritenere le lettere riconosciute, non sarà mai in grado di scivolare con lo sguardo sulle altre lettere e riconoscerle.  Per rendersi conto di ciò, è sufficiente dimostrare praticamente il fatto, cioè che è impossibile tentare di lèggere le ultime lettere senza dimenticarsi le prime, senza “lasciarle andare”.

Quando il metodo riesce, e le targhe cominciano a essere riconosciute spontaneamente, il praticante si accorge che il punto di “centrale fissazione” è davvero molto piccolo.  Sicuramente molto piú piccolo di quello che uno pensa che sia.  Molto piú piccolo.

Osservando, vettura dopo vettura, la verità di questa affermazione, il praticante di vista perfetta si accorge inoltre della qualità del nero delle lettere delle targhe:  tale nero coincide con il nero del punto di “centrale fissazione”, e non importa quanto lontano esso sia, se sessanta metri o seicento, sei o seicento chilometri, esso è sempre nero, esattamente dello stesso nero che uno dovrebbe vedere quando vengono chiusi e coperti gli occhi con i palmi delle mani (palmeggiamento).

In sostanza, la targa non è altro che uno “specchio” che rivela quanto piccolo e nero è il punto che si è in grado di immaginare alle varie distanze.  Se il punto immaginato a grande distanza rimane piccolo e nero, e cioè non si trasforma in un “disco” grigio, allora sarà possibile lèggere qualsiasi scritta a quella distanza.  In genere, però, viene il momento in cui la macchina è troppo lontana e il punto va perduto.  Ciò non è importante.

L’obiettivo finale del trattamento è quello di abituarsi a rimanere rilassàti sempre di piú, immaginando punti sempre piú piccoli e piú profondamente neri.  Poiché non ci sono limiti “fisici” a questa condizione della mente, che potremmo definire di “libertà spirituale”, non ci sono limiti alle facoltà visive dell’Uomo, e alla profondità del suo rilassamento mentale.

Per questo motivo, la Cura della Vista secondo William H. Bates è un metodo di trattamento universale che previene e guarisce tutte le malattie, non soltanto quelle dell’occhio, e che andrebbe conosciuto da tutti i ricercatori della Verità che non si accontentano delle convenzionali teorie accettate, sulla vista come sullo psicosoma umano nel suo complesso.

Rishi Giovanni Gatti

Originariamente pubblicato il 27 giugno 2006
Ultimo aggiornamento: 18 agosto 2013
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