Maculopatía? No, grazie…

Ho assistito a una presentazione della Associazione Vista Perfetta nell’aprile scorso (2013) e da quel giorno non ho mai piú rimesso le lenti a contatto da -18 (OS) e -16 (OD) iniziando a usare come sostituto gli occhiali da vista e gli occhiali “SenzaLenti”.  Nel frattempo mi sono fatta mandare i libri base del Sistema Bates Originario™ (con una serie completa di tabelle di controllo di Snellen) e ho iniziato a leggerli in caratteri diamante a occhio nudo, cercando di mettere in pratica súbito i suggerimenti contenuti nei testi.  Il mio occhio sinistro è ammalato da 40 anni di maculopatía centrale degenerativa e non ci ha mai visto granché, tranne una bella macchia nera al centro che mi impedisce di riconoscere finanche i contorni di qualsiasi oggetto, con o senza lente davanti.

Ora sono passati cinque mesi e la gente che frequento vedendomi senza occhiali girare con disinvoltura nei soliti posti mi chiede se non abbia addosso le lenti a contatto!  Riesco a lèggere la stampa microscopica con l’occhio destro e sono molto soddisfatta di questo risultato, arrivato dopo aver praticato la lettura dei caratteri diamante alla luce del sole.  Anche con il sinistro, che non vede piú la macchia nera, posso lèggere a 4 centimetri la penultima riga delle tabelle Snellen tascabili.  Ovviamente la mia oculista che mi segue da 40 anni è rimasta “sorpresa” del mio miglioramento:  praticamente da quando non sto piú seguendo i suoi consigli la mia malattia ha smesso di peggiorare e al contrario i miei occhi stanno migliorando giorno per giorno.

Avrei potuto fare molti maggiori progressi se non avessi mai dovuto usare gli occhiali correttivi per la guida della automobile.  Mi sono però recentemente resa conto che usare gli occhiali correttivi per guidare è una cosa sbagliata e non va bene.  Bisognerebbe rinunciare a queste situazioni di sforzo perché sono davvero dannose per gli occhi.

Ora conto di dare una svolta al mio auto-trattamento aderendo alla Associazione Vista Perfetta e partecipando alle giornate di studio e al gruppo di studio residenziale che ci sarà a settembre.  Ho l’impressione che partecipando a questi incontri alla presenza di altre persone io sarò in grado di perfezionare la mia pratica dei varii metodi di cura e piú che altro potrò anche coinvolgermi di piú, perché ho visto che da sola tendo a procrastinare e a perdere tempo in altre cose che seppure molto belle, come per esempio lo studio dei Vangeli, mi distolgono dal lavoro di cura che richiede, mi sembra di capire, un impegno quotidiano, magari anche minimo, come la lettura in caratteri diamante di una nuova pagina dei testi del Dott. Bates.

Letizia, VI

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