Questioni filosofiche nella «distrofía retinica»

Una delle piú formidabili scoperte fatte negli ultimi anni grazie allo studio dei testi originali del Dott. Bates abbinato alla pratica diretta della sua “cura originaria” in tempi moderni con l’aiuto dei soci effettivi dell’ Associazione Vista Perfetta® è stata la seguente:   l’unica cosa che conta veramente in questo percorso di guarigione è il proprio atteggiamento filosofico nei confronti di esso e della vita intera.

Quando uno si ritrova con una malattia misteriosa come la “distrofia retinica” e i medici professionisti abilitati dallo Stato e dalla Scienza a trattarla affermano che “non c’è cura conosciuta” e nemmeno sanno quali possano essere le cause del disturbo, che cosa possiamo farci?

I casi sono due:   1) niente, aspettando tempi migliori, chissà; 2) indagare sul fenomeno in prima persona, visto che la malattia ce l’abbiano noi stessi e non i medici che non la sanno curare.

Sembra che chi sceglie la strada numero 1) sia la grandissima maggioranza della popolazione, diremmo “la quasi totalità” delle persone.   Una ridottissima minoranza si accinge a seguire la strada numero 2) e non è nemmeno garantito che la porti fino in fondo (non accade quasi mai!).

Chi sceglie la strada numero 2) dovrebbe – per avere successo o risultati pratici tangibili – prenderla “con filosofia” e accettare la dura realtà che se non si cambia qualcosa nel proprio modo di pensare non si va da nessuna parte.   È infatti indiscutibile che una condizione di mal/attía sia dovuta a un atteggiamento non corretto che l’ individuo, per chissà quali motivi, ha assunto nel suo stile di vita e nelle sue convinzioni piú profonde che lo hanno portato a non stare bene, a non fare corrispondere le esigenze del corpo/mente alla realtà dei fatti.

Nell’ àmbito della “cura della vista mediante metodi naturali” che trattiamo su questo sito ufficiale del Sistema Bates® Originario™ spesso riceviamo richieste di aiuto da casi gravi – già scartati dai professionisti della salute dell’ occhio – i quali sarebbero i candidati perfetti per perseguire una cura vera e propria, liberi dai condizionamenti “ufficiali” che vogliono che queste cure siano impossibili:   sei già stato definito da loro “incurabile”, che te ne importa di starli ancóra a sentire?   Oramai la decisione è stata presa, non ti possono aiutare, è inutile che insisti.   Adesso l’ unica via di uscita percorribile, se esiste, è nelle tue mani e tu sei libero di sperimentare senza alcuna remora.   Che aspetti?

Per curare la “distrofia retinica”, noi della AVP® non abbiamo nessuna specifica indicazione da dare, se non la solita procedura che vale per tutti:

a) Decidere di prendersi a cuore il proprio problema di vista imperfetta e iniziare a indagare su di esso.

b) Lèggere i libri fondamentali del Sistema Bates® Originario™® che sono in particolare quattro, al momento:

c) Iniziare a fare pratica con la tabella di controllo di Snellen, in modo da verificare la visione giorno per giorno e piú volte al giorno specialmente all’ inizio.

d) Aderire alla Associazione Vista Perfetta® e partecipare di persona agli incontri dal vivo o per via telematica in modo da raccontare agli altri, – che sono tutti sulla stessa barca anche se magari hanno problemi meno gravi (ma ciò non conta tanto, perché l’ unica cosa che serve e che fa la differenza è la motivazione), – i progressi che uno ha fatto e le scoperte che può condividere.

e) Perseguire l’ auto-trattamento fino in fondo, cioè fin quando non accade il “Miracolo!” e uno vede perfettamente in ogni condizione senza avere nemmeno piú la sensazione di “avere gli occhi” (cosa rara anzi rarissima, ma ci crediamo lo stesso come augurio per il futuro…).

Come già accennato, la quasi totalità delle persone sceglie la strada numero 1), quindi ciò di cui stiamo parlando sono situazioni eteree riservate a pochissimi eletti, esoterici e settarî.   Potrebbe però essere indicativo raccontare il modo in cui la gente rinuncia sin dal principio a stare bene, lasciando ai veri filosofi il cómpito di “capire il perché” questa rinuncia accada.

Come Uno Rinuncia per Principio

In genere, quando uno si ritrova respinto dalla Medicina Ufficiale per il suo problema di vista incurabile, prima o poi entra in contatto con il mondo piuttosto truffaldino degli “esercizî per gli occhi” o “esercizî di rilassamento”, e spera che ci sia qualcuno da qualche parte, – in Rete o presso Associazioni o Centri, Centri Yoga, Centri di Meditazione, Percorsi Spirituali Speciali, “Scuole”, Operatori Olistici, Psicologi, Rieducatori o Educatori, eccetera,– piú furbo degli altri che abbia questa ricetta magica per risolvere il problema grazie a queste misteriose ginnastiche che nessun altro conosce ma che in cambio di un pochino di fatica e di qualche migliaio di euro sistemano tutto.   È tutto inutile, ma non possiamo impedirlo.

Quando invece la persona, per sbaglio, si rivolge al presente sito https://SistemaBates.it (©®) e cerca qualcuno che gli dia tali esercizî già pronti da fare, riceve una risposta negativa che lascia interdetti perché uno non si aspetta che in luogo di esercizî da fare venga proposta una vera e propria “questione di filosofia”, alla quale non si ritiene di essere preparati, o che – peggio ancóra – viene percepita questa sí come una autentica “truffa”!

«Ma come, io ti chiedo degli esercizî da fare perché vedo solamente tre o quattro decimi e non vengo aiutato dagli occhiali, e tu mi dici che bisogna prenderla con filosofia, pensare alla guarigione, indagare il proprio stesso caso, documentarsi leggendo dei libri originali e soltanto quelli, iscriversi a una associazione di mutuo aiuto che non fa corsi o seminari o altre speculazioni commerciali, “decidere di curarsi”, “cambiare modo di pensare”…   Devi essere pazzo!!!   La mia è una malattia seria e incurabile e qui stiamo a fare discorsi filosofici…».

Eppure è la verità!

Nel momento in cui uno reagisce in questo modo, noi purtroppo sappiamo che non ha, per il momento, nessuna speranza né di guarigione né di semplice miglioramento e dimostra di essere già spiritualmente morto non ostante abbia poco piú di vent’ anni e frequenti l’ università!   Invece di sfruttare l’ energia della gioventù per guarire sé stesso, per indagare e scendere nella profondità luminosa del mistero della vita, uno si è fatto convincere dalla malattia a non avere alternativa, che non ci sia niente da fare se non il “buttarla in filosofia”, il che sarebbe lo stesso.

Non è niente affatto lo stesso ma non abbiamo nessuna possibilità noi dall’ esterno di cambiare questa idea.

Uno le proprie idee se le deve cambiare da sé, non c’è altra strada.

[a cura di Riscí Giovanni Gatti, agosto 2017]

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