Dopo “file” fasulli scaricati da Internet e 3.000 euro buttati nel “training visivo”…

Inizialmente avevo letto un libro avuto sotto forma di file da un sito chiamato Bxxx Vxxx su cui mi sono imbattuta per caso cercando di trovare esercizî per migliorare la vista.  Soltanto successivamente ho acquistato il libro originale dal vostro sito oltre che le Tabelle di Controllo di Snellen e alcuni numeri de “il Falco”.  Più o meno dal 1996 avevo cominciato ad avere i primi disturbi:  nausea, stanchezza, difficoltà di concentrazione e nel ricordare ciò che leggevo e un dolore praticamente continuo al collo in particolare dietro la nuca a destra dove sembrava esserci un coltello fisso infilato; pàlpebre formicolanti e occhi sempre pieni di sabbia e una sensazione di “ovattamento” mentale continuo… oltre naturalmente alle prime difficoltà a vedere da vicino.  Risultato della visita oculistica:  occhiali da vicino per lèggere i quali mi permettevano di lèggere ma non mi hanno risolto tutto il resto.  Il dolore al collo mi ha fatto approdare da un osteopata, il quale disse che l’unica causa dei miei problemi erano gli occhi, suggerendomi di seguire un training visivo da un “optometrista comportamentale”.

Mi stavo imbottendo di antidolorifici e qualche volta ho anche preso qualche ansiolitico perché stavo diventando piuttosto ansiosa e insicura (attribuivo la colpa allo stress di avere due bambini piccoli).  Il training visivo mi ha tolto la nausea e un po’ di stanchezza, ma oggi mi rendo conto che ha fortemente accentuato la mia fissazione eccentrica, oltre a farmi spendere un bel po’ di soldi!, tra me e mia figlia abbiamo speso circa tremila euro in tre anni con risultati a dir poco mediocri, forse leggermente migliori per mia figlia.  La cosa maggiormente devastante è stata l’insistenza sulla “visione periferica”.  In ogni esercizio che facevamo era fondamentale il mantenimento della “visione periferica”.  Un esempio è l’esercizio chiamato “il ninja training” dove, alla distanza di circa 1,5 m, dovevamo lèggere lettere di una tabella di stampa alquanto scadente, dove erano stampate tutte uguali e di circa 2,5 cm di dimensione al ritmo scandito da un metronomo piú o meno veloce.  Ma questo è niente se non che contemporaneamente con una luce in mano dovevamo illuminare dei punti colorati affissi intorno alla tabella e fino a una distanza di circa 1,80 m tracciando quindi una linea immaginaria di collegamento tra essi e cercando di vedere sempre quelli piú lontani.  Il massimo della visione eccentrica!  Negli esercizî l’attivazione della “visione periferica” doveva avvenire sia da lontano che da vicino.

L’optometrista è sempre stato contrario agli occhiali, nel mio caso, e comunque mi aveva assicurato che la mia visione (e non parlava di vista) sarebbe stata indiscutibilmente migliorata e di conseguenza il mio modo di vedere, senza dare grande importanza all’immane sforzo che io sentivo.  Diceva che non dovevo farci caso!  Parlava anche di rilassare gli occhi facendomi praticare uno scadente surrogato di palmeggiamento.

Tornando a oggi, dopo aver letto il libro originale di Bates ho messo la mia mano davanti agli occhi realizzando che oltre a darmi fastidio la vedevo molto peggio che guardandola di lato, dove invece la vedevo bene.  Ho notato che stando al computer mi ritrovavo a guardarlo con la testa completamente girata di lato.  Attualmente mi è abbastanza difficile ricordare qualsiasi lettera e quando riesco a farlo non sono mai nitide ma spostate spesso lateralmente.  Quando mi sforzo spesso lo faccio sia fisicamente che mentalmente.  Sento lo sforzo sia guardando da vicino che da lontano.  Quando provo a palmeggiare riconosco che sono spesso ostinata perché spero sempre che quella sarà la volta buona per un palmeggiamento perfetto (comunque i primi tempi vedevo solo nuvole di fumo grigiastre che apparivano in continuazione, adesso però non ci sono piú).  Non riesco a immaginare il dondolío universale se non per brevissimi istanti e immagino le lettere soltanto dondolare separatamente dalla tabella.

Comunque, da quando ho cominciato a studiare e praticare il Sistema Originario di Bates, la mia vista in lontananza è migliorata, e quella da vicino sta migliorando.  Spero di non essermi dilungata troppo, ma veramente sono convinta che questa sia l’unica strada per poter guarire…

Patrizia, Arezzo

[Questa testimonianza continua sul numero 44 de IL FALCO]
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