Esercitare la calma

Molte persone ritengono che la cura della vista secondo i metodi naturali inventati dal Dott. Bates – di cui ci occupiamo su questo sito SistemaBates.it(©®) e nell’ àmbito della Associazione Vista Perfetta® – sia basata su degli “esercizî” che si debbano fare.    La parola “esercizî” di fatto risulta fuorviante perché è spesso associata a una qualche ginnastica che prevede uno sforzo muscolare.    In realtà la cura della vista vera e propria si basa esclusivamente sul riposo, prima della mente e poi degli occhi.    Risulta perciò scomodo oltre modo il dover rispondere a domande che insinuano o ipotizzano la necessità di dover apprendere degli esercizî laddove non ve ne è neanche uno, se ci atteniamo a quanto scritto originariamente dal Dott. Bates.    La cosa migliore che possiamo fare in tali casi è parlare di “esercizio della calma” e di questo tratteremo nel presente breve articolo divulgativo.

Un altro modo per esprimere lo stesso concetto è tratto letteralmente dal testo base “VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI” ove si parla di “fare pratica dell’ arte di vedere”.    Non vi è quindi ombra di dubbio che quando “esercitiamo un’ arte” siamo ben distanti dal mero movimento muscolare che tale esercizio comporterebbe.    In verità, ciò che conta è l’ intelletto che guida l’ artista nel creare la sua opera.

Chiunque soffra di vista imperfetta sa che quando intende vedere qualcosa, in particolare dei caratteri stampati su carta o su schermi digitali o altri supporti, la vista si offusca ed è difficile riconoscere e lèggere i simboli dell’ alfabeto che compongono la scritta che si deve decifrare.    Se però si guarda a un qualche oggetto alla stessa distanza nelle medesime condizioni di illuminazione, che sia privo di codici da interpretare e da intendere, come per esempio una forma triangolare o quadrata o rotonda, un colore, un disegno in una tappezzeria, eccetera eccetera, ecco che stranamente può facilmente capitare che la vista non sia cosí imperfetta ma nettamente migliore.    Che cosa accade nel lasso di tempo in cui ci si sposta da una lettera indecifrabile a un oggetto francamente nitido, o comunque riconoscibile?    I due oggetti sono alla stessa distanza e nelle medesime condizioni di luce e ambiente:    il problema non è quindi dovuto alla messa a fuoco difettosa.    A nostro avviso, si tratta di una diversa componente mentale nello stesso processo della visione.

Se la persona riuscisse a ritornare sul carattere stampato dopo aver visto bene, o francamente bene, nei dettagli, l’ oggetto non stampato e privo di parole da intendere, senza perdere quello spazio mentale di relativa tranquillità, è facile supporre che la sua visione rimarrà tale e il soggetto sarà in grado di capire cosa c’ è scritto.    È proprio questo il nòcciolo della cura della vista, secondo il sistema originario batesiano, che questo sito esclusivo SistemaBates.it (©®) tratta:    imparare come mantenere la calma quando si sposta lo sguardo da un punto in cui la vista è perfetta a un punto in cui la vista è imperfetta.    Ciò può essere fatto utilizzando la memoria di un colore, l’ immaginazione di un colore, o la memoria e l’ immaginazione gli altri oggetti, preferibilmente piccoli e visti perfettamente.

Un caso particolare e irripetibile di oggetto privo di scritte ma pieno di fascino e potenzialità rilassatorie si è offerto alla nostra attenzione pochi giorni fa, guardando nel cielo sulla scia del tramonto:    la straordinaria congiunzione dei pianeti Venere e Giove nel Segno del Leone, evento raro per via della comune declinazione che ha impedito per un soffio una vera e propria “occultazione” del primo sul secondo.    Osservando le due luminosissime piccole sfere nel cielo, chi gode di vista normale le avrà viste brillare intensamente di luce azzurrognola, Venere, e di luce leggermente piú scura e giallastra, Giove, ma chi non ha vista normale avrà avuto modo di notare sdoppiamenti, sfocature, aloni, raggi e altre manifestazioni di “immaginazione imperfetta” assai variabili e imprevedibili, spesso fonte di irritazione e nervosismo.    In questo caso, tuttavia, per il praticante di vista perfetta sarà stato anche facile, non essendo gli oggetti della visione delle scritte da lèggere, alleviare tali sintomi fastidiosi ricorrendo all    esercizio della calma nelle varie forme di cui verificare l’ efficacia, quali – per esempio – chiudere gli occhi e riposarliimmaginare il bianco fulgore del pianeta che brilla, immaginare il nero della notte, o la sfumatura del tramonto appena passato, eccetera eccetera.    Essendo l’ oggetto composto da due punti distinti, uno indubbiamente piú “facile”, perché di maggiori dimensioni e luminosità, e l’ altro piú sfuggente, perché assai piú distante e quindi piú piccolo e scuro, è stato anche possibile esercitarsi a spostare lo sguardo tra i due punti, vedendo alternatamente peggio quello abbandonato, operazione che richiedeva, data la distanza assai limitata tra i due corpi celesti, una grande calma interiore per non perdere i riferimenti giusti nel praticare la “centrale fissazione” degli occhi.    Chiunque abbia potuto provare questo interessante esperimento si sarà accorto che l’ ottenere una perfetta visione dei pianeti nel cielo non ha comportato affatto alcun esercizio di “ginnastica” bensì un acquietamento della mente e una accettazione spirituale e interiore della propria infima miseria umana.    Di fronte a cotanto imprevedibile spettacolo della Natura universale che ci si para davanti agli occhi, non possiamo che meravigliarci per la nostra piccolezza.    Accettare tale realtà dei fatti è fonte di immediato riposo e rasserenamento interiore, il che dà luogo a conseguente migliorata visione.    Evidentemente, tutto ciò si ottiene mediante intelligenza e non per sforzi muscolari o ginnastica qualsivoglia.

In copertina:  La congiunzione straordinaria di Venere e Giove nel cielo del Leone

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