Alta miopía

Alcuni coraggiosi socii della Associazione Vista Perfetta hanno intrapreso da alcuni mesi o anni il proprio auto-trattamento per curare il gravissimo problema della “alta miopía”, per il quale le famigerate operazioni con il laser non possono essere di aiuto e né meno le lenti a contatto offrono sicure garanzíe di buon funzionamento come altrettanto è per gli occhiali correttivi, che si rivelano sin da súbito dei fondi di bottiglia insopportabili.  Ci riferiamo qui a prescrizioni superiori alle 15 diottríe concave, una condizione che è paragonabile quasi alla cecità e che è di solito accompagnata, secondo i medici e i professionisti della visione, da una vera e propria sentenza di condanna a una vita di miseria e di sofferenza senza nessuna possibile via di uscita.  Dopo alcune decadi di lenti, portate quasi anche durante il sonno, gli occhi di questi individui finiscono per ammalarsi – oltre che del già gravissimo errore rifrattivo – di una qualche forma organica addirittura piú grave, che può andare dalla maculopatía alla retinite ma sovente può pure includere la cataratta se non la malattia oculare piú pericolosa di tutte, il glaucoma, con relativo distaccamento della rètina e la perdita totale della visione.  Cosí è stato e sempre sarà per chi segue le opinioni scientifiche correnti, che risalgono, in origine, ad almeno duecento anni fa e non si sono da lí scostate molto, visto che non ci sono cure possibili neanche con la tecnologìa digitale piú avanzata del XXI secolo.

Capitò al Dott. W. H. Bates (1860-1931) di avere l’intuizione che la miopía grave, caratterizzata da forte elongazione permanente del bulbo oculare, fosse altresí trattabile come la miopía detta “funzionale”, che lui era capace già dalla fine dell’ Ottocento di migliorare e guarire per mezzo di pratiche non basate sulla prescrizione di lenti.  Circa cento anni fa, ovvero intorno al 1912, egli infatti riuscí a scoprire che l’anormale elongazione dell’ occhio miopico era dovuta all’azione sregolata dei muscoli estrinseci che lo ponevano nella condizione di mettersi a fuoco per distanze ridottissime anche quando il paziente desiderava invece guardare in lontananza.  Questa intuizione l’ebbe – paradossalmente – mentre cercava di guarire la forte presbiopía che lo affliggeva da alcuni anni e per la quale doveva ricorrere a un intero corredo di occhiali di almeno tre diverse prescrizioni per poter lèggere da vicino.  Assistito gentilmente dal Reverendo Foote di Brooklin, il Dott. Bates riuscì a notare casualmente che era per lui possibile, grazie all’aiuto dell’ immaginazione, rendere il suo occhio miopico mentre guardava in lontananza, non ostante il fatto che ciò fosse ritenuto impossibile per due presunti motivi, la inestensibilità del globo oculare normale non già miopico e l’irrigidimento del cristallino in età anziana.  Ma dato che l’esperienza di rendersi miopico effettivamente a lui accadde, non ostante i due presunti motivi contrarî, fu evidente che almeno uno di codesti due motivi doveva essere errato, oppure, considerando valida l’ipotesi che il cristallino non potesse cambiare di forma, a causa dell’ invecchiamento dei suoi tessuti, l’unica spiegazione logica rimasta era che l’occhio non fosse inestensibile ma potesse cambiare il suo fuoco con l’unico altro mezzo che aveva a disposizione e cioè la forza dei muscoli esterni al globo.  Quando il Dott. Bates diventò capace di riportare sotto il controllo della mente l’azione di quei muscoli, la sua presbiopía guarì completamente ed egli riacquisí un notevole campo accomodativo pari a quattordici pollici, dai quattro ai diciotto pollici (da 10 a 45 cm circa) di continua regolazione della messa a fuoco (si suppone) sulla stampa microscopica.

Se i muscoli esterni potevano schiacciare l’occhio ed elongarlo per regolarne il fuoco per la distanza di dieci centimetri, essi avrebbero anche dovuto fare il contrario, e cioè agire con forza opposta e riportare il globo oculare alla sua condizione sferica, necessaria per la vista normale in lontananza.  Il Dott. Bates riuscí a fare questo con i suoi pazienti sofferenti di alta miopía, una condizione in cui l’occhio è regolato per distanze anche inferiori ai dieci centimetri, e cosí come fu in grado di farlo lui cento anni fa, alcuni socii della Associazione Vista Perfetta sono in grado di farlo oggigiorno su loro stessi.  Uno dei metodi per ottenere questo fenomeno della diminuita miopía dovuta ad accorciamento del globo oculare è del tutto contro-intuitivo e si basa su una osservazione originale del Dott. Bates che è questa:  quando un occhio miopico guarda al suo punto prossimo, dove la vista è migliore, e viene sottoposto a un qualsiasi tentativo o atto forzoso intenzionale per vedere ancóra meglio, esso reagisce nella direzione opposta al suo difetto, cioè diventando piú ipermetropico e meno miopico.  Esempio:  ipotizziamo un punto prossimo a 10 centimetri, ovvero una miopía di 10 diottríe negative sferiche;  il lettore che ha questa miopía lègge stampa fine facilmente a quella distanza, ma se fa un qualsiasi atto forzoso intenzionale, ovvero se cerca di agire consciamente sui suoi muscoli oculari, pensando ai suoi occhi, sforzandosi, percepisce immediatamente che la sua visione diventa sfocata e non è piú in grado di lèggere ciò che in assenza di tentativi forzosi era invece perfettamente nitido e brillante.  Ora, seguendo il consiglio del Dott. Bates, il lettore deve mantenere lo sforzo dei suoi muscoli e contemporaneamente allontanare lentamente la stampa fine.  Cosí facendo si arriverà a un punto in cui i caratteri tornano ad essere perfettamente nitidi e brillanti e lo sforzo sarà svanito magicamente e la miopía risulterà diminuita di una percentuale pari allo sforzo paradossale compiuto in precedenza.

Con questo sistema, nel corso del testé trascorso Gruppo di Studo Pratico Residenziale di Carnevale 2014 della Associazione Vista Perfetta, un nostro socio è riuscito a ottenere dei risultati strabilianti in condizione di illuminazione precaria, ovvero nella luce soffusa di una chiesa, mentre leggeva il foglio della liturgía prima a pochi centimetri dal viso e poi, a séguito della manovra sopra descritta, a piú di venti centimetri di distanza dagli occhi., assistendo cosí a un miglioramento della sua vista di almeno tre volte.  Cosí lui racconta l’esperienza:

«Sono rientrato in tempo dalle giornate passate con i socii della AVP al Residenziale di Vicenza per seguire l’ultima messa della domenica e mentre cercavo di replicare i buoni risultati già ottenuti insieme agli altri praticanti, ho avuto una esperienza entusiasmante:  a un certo punto, non so bene che cosa ho fatto fare ai miei muscoli degli occhi, ma le lettere che mi apparivano piccole a pochi centimetri dal naso, sono diventate improvvisamente enormi e non ho potuto fare altro che allontanare notevolmente il foglio dal viso, altrimenti mi era impossibile leggerle!  Questo fatto mi ha dato una gioia enorme perché non ostante io abbia fatto enormi progressi nella visione da lontano, tanto da poter lèggere le insegne dei negozî, i tabelloni luminosi degli autobus anche da molte decine di metri, il mio vizio inconscio di avvicinare tanto il materiale da lettura come le scritte del telefonino o la stampa normale, specialmente in bassa luce, era rimasto praticamente sempre uguale, fino a oggi».

Questo signore di circa quarant’anni, che chiameremo Mariano, sta curando mediante auto-trattamento batesiano una miopía di oltre 14 diottríe che molto curiosamente non risponde piú all’uso degli occhiali da vista.  Ciò significa che qualsiasi sia la lente di prova che un oculista possa mettergli davanti agli occhi, per lui la vista è sempre scarsa, nelle condizioni di tensione dovute alla prova oculare.  Ciò non ostante, egli è in grado di fare senza problemi il suo lavoro di consulente alle vendite in un negozio, usando degli occhiali stenopeici “senza lenti” quando strettamente necessario e potendo andare in giro per strada con una vista non troppo distante dal normale, essendo in grado di lèggere sulla tabella di controllo di Snellen circa 20/30 e anche di piú se immerso in particolari condizioni favorevoli.  È evidentissimo che il suo problema – oggi come oggi – non è affatto di tipo organico, poi che tutti gli esami fatti presso rinomati ospedali italiani hanno dato esito negativo.  Il suo alto livello di miopía si manifesta quando lui è intentamente concentrato, consciamente o inconsciamente, a lèggere, compiendo il sovrumano sforzo di voler vedere parecchie lettere tutte insieme mediante “eccentrica fissazione”, rinunciando per ciò a notare i singoli minuscoli dettagli che compongono ogni lettera, uno alla volta e velocemente mediante la “centrale fissazione” scoperta dal Dott. Bates.

Un’altra caratteristica che in genere questi lettori afflitti da alta miopía condividono tra loro è il fastidio della luce solare, unito, curiosamente, al fastidio per la penombra.  Entrambe queste condizioni abbassano notevolmente la visione in modo inspiegabile e dipendono dalla “forza di immaginazione” che è notevolmente compromessa e deve essere ripristinata al normale mediante pratica dei metodi originali del Dott. Bates come esposti da questo editore con il marchio di Sistema Bates® Originario™.  Ne parleremo piú dettagliatamente e nello specifico in un prossimo articolo da dedicarsi a questi importantissimi argomenti.

Bibliografia:

  1. Bates, William H., M.D., VISTA PERFETTA SENZA OCCHIALI—BATES.  La cura della vista imperfetta mediante trattamento senza occhiali (l’unico vero libro originale scritto dal Dott. Bates!).  VII ed. 2013, isbn 978-88-89292-57-0, pp. 360+80+4 e contenuti aggiuntivi, € 45 [inclusa una copia omaggio della rivista “IL FALCO”].
  2. Friedrichs, ElsbethIMPARATE A VEDERE DI NUOVO!  Nuovi percorsi di guarigione per occhi malati, con le istruzioni per l’auto-trattamento dei disturbi alla vistacome sperimentati da una diretta e vera discepola del Dott. Bates in Germania.  I ed. 2013, isbn 978-88-89292-44-X, pp. 208+12 e contenuti aggiuntivi, € 24,50.
  3. IL FALCO RACCOLTA 15 16 17 18 19 20, Ristampa in Raccolta dei numeri de “IL FALCO” pubblicati nell’anno solare 2006, cm. 13,5 x 18,8, Pagine 576, ISBN: 978-88-89292-21-1, Prezzo: € 49 [iva assolta], JUPPITER CONSULTING PUBLISHING COMPANY®, Milano
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